Tutto è già stato inventato…
Così sentenziava uno dei primi esperti di economia americani agli albori del marketing. Per fortuna si sbagliava e oggi anche un solo comparto come quello alimentare vanta migliaia di prodotti e al finire del ciclo di vita, spesso ne è pronto uno a sostituirlo con una nuova innovazione insita, sia essa di funzione o di gusto.
L’ innovazione industriale è decisiva per ribadire domani i successi di ieri ma, a
differenza di quanto accade nell’ elettronica di consumo, la tecnologia si muove in
maniera più lenta e quindi non è realisticamente possibile innovare prodotti ogni
anno.
Un aiuto può venire dalla Soft Innovation ancora poco sviluppata nelle medie
aziende italiane che, come si sa, sono ancora governate dal reparto produzione e
quasi mai spinte da una vera ricerca e sviluppo marketing oriented.
A differenza dell’innovazione brevettuale e del trasferimento tecnologico da settore a
settore, la Soft Innovation si focalizza su innovazioni poco costose a livello
industriale, capaci di garantire un veloce time to market.
Lavorando sull’innovazione di valori intangibili legati a trend, segmenti, nuovi scenari
di consumo, la soft innovation può mettere il turbo allo sviluppo marketing commerciale
di prodotti e servizi.
Il tappo a “bocca larga” di Gatorade, gli energy drinks, l’evoluzione del comparto degli
yogurt così massiccio da fare impallidire un ingegnere aeronautico…sono solo alcuni
esempi di come la soft innovation possa apportare valore e vendite
aggiuntive.
Lancio una provocazione riservata a chi lavora su prodotti indirizzati a teenagers:ogni 6/8 mesi i trends giovanili ricevono sostanziali nuovi stimoli e
avanzamenti tecnologici, chi ha voglia di confrontarsi sui vantaggi che la Soft Innovation può recare in dote se integrata nelle logiche di ricerca e sviluppo
prodotti ?
Tag: Marketing Alimentare