Se anche George Clooney sul set de “L’Americano” in un paesino abruzzese, a tavola con Frate Benedetto, divenuto suo amico, beve Trebbiano d’Abruzzo Masciarelli, un motivo ci sarà.
La produzione del film ha specificato che questa scelta li ha aiutati ad aggiungere un tocco autentico alla storia.
E a proposito di autenticità, cinque anni fa, Gianni Masciarelli siglò con il Comune di San Martino sulla Marrucina, sul quale insiste l’azienda, un patto per la Tutela e la Valorizzazione del Patrimonio Architettonico, Naturalistico e Rurale. “Bellezza”, bontà di un prodotto e bellezza reale dei luoghi dove nasce. Proprio su questo legame, su questo patto si è spesa molta dell’attività di Gianni Masciarelli, un produttore illuminato fortemente legato alla sua terra.
La conferma di un lavoro svolto nel segno di una viticoltura attenta e rispettosa del territorio arriva dall’aver prodotto grandi vini come tra gli altri due vini oramai consacrati nel panorama nazionale dei vini di qualità.
Si tratta per esempio proprio del Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli e del Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma. Vini che anche recentemente hanno ottenuto premi significativi.
Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2010 del Gambero Rosso per il Trebbiano d’Abruzzo Castello di Semivicoli 2007, vino che “è uno spettacolo” è stato scritto (e non a caso è entrato anche in una lista ristrettissima di Tre Bicchieri plus e cioè tra i vini più amati e apprezzati dal direttore Cernilli) e per il Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2006. A questo stesso vino l’Associazione Italiana Sommelier (AIS), con l’edizione 2010 della Guida DUEMILA VINI per la Bibenda Editore, ha attribuito i 5 Grappoli 2010.
Perché non dedicare attenzione a questi vini partendo proprio dal territorio parlandone magari con alcuni degli chef più innovativi che al momento l’Abruzzo e quella zona in particolare ha?
Penso per esempio a Franco Procaccini de La Grotta di Raselli, oppure a Marcello Spadone de La Bandiera o Peppino Tinari del Villa Maiella, ormai dalla fama più che consolidata.
Perché non abbinarle quei vini a dei piatti che raccontano quella terra, i suoi prodotti? Cuochi e piatti che proprio al Castello di Semivicoli, la residenza di charme appena aperta dopo un lungo e appassionato restauro, peraltro si avvicendano spesso in occasione non solo di cene “su misura” ma di corsi a tema, di workshop legati a dei prodotti in abbinamento al vino.
Credo che questo potrebbe essere un modo vivace per parlare dei vini, delle loro caratteristiche, della storia e del modo di lavorare di questa azienda così legata al territorio, eppure così moderna, innovativa, proiettata lontano. Un’azienda peraltro che per noti motivi ha visto nell’ultimo anno passare la guida da Gianni Masciarelli, prematuramente scomparso, a sua moglie Marina Cvetic, donna del vino di spessore e personalità che in caso vi interessasse potrebbe essere lei stessa a “condurci” lungo questo percorso enogastronomico di un pezzo di terra ancora così intensamente autentica.