Da anni i caseifici che si occupano della produzione del Parmigiano stanno lavorando con dei margini troppo bassi per garantire la sopravvivenza del marchio. Il Presidente del Consorzio di tutela del Parmigiano, Giuseppe Alai, propone una strategia per salvare il valore di questo prodotto della tradizione italiana.
Da quasi 5 anni, il prezzo di produzione del Parmigiano è di 7,00 / 7,50 € al Kg, con un costo di vendita pari a 8,00 €.
Un dato che parla da solo, anche a chi, non necessariamente, se ne intende di economia o gestione d’impresa. Un dato che testimonia come il colosso del sistema caseario italiano stia navigando in cattive acque e necessiti di un cambio di rotta se vuole evitare il tracollo.
Giuseppe Alai spiega i motivi di questa involuzione con parole semplici. In Italia ci sono 409 caseifici che producono Parmigiano e 26 commercianti stagionatori che lo tengono sotto stagionatura per 5/6 mesi per poi rivenderlo a 5 acquirenti della GDO.
Il problema, sostiene Alai, risiede proprio in questo sistema perché comporta un’agguerrita concorrenza tra i 26 rappresentanti di vendita che utilizzano il prezzo come arma di vendita del prodotto alla GDO, la quale, dal canto suo, ha tutto l’interesse che i prezzi vadano al ribasso.
Per quanto la situazione sia di emergenza, Giuseppe Alai ha le idee chiare su come muoversi per arginare la crisi del Parmigiano.
Un piano strategico che prevede un maggiore coordinamento di tutti i caseifici così da rafforzare l’aggregazione in fase di vendita. Questo coordinamento si basa poi due possibili percorsi. Il primo che prevede l’obbligo di aderire al Consorzio, il secondo che prevede un accordo interpersonale tra i vari soggetti.
A questo si aggiungono attività di marketing di ampia portata che intendono portare innovazione nell’immagine e nella distribuzione, tra questi l’accordo con Mc Donald che nel 2008 ha dato tante soddisfazioni e ritorni tanto da essere prossimamente replicato in Francia e Svizzera e allargato in futuro in Spagna, Germania e Malta.
Le premesse per un recupero ci sono, si spera che queste linee di azione, oltre che ben progettate siano effettivamente efficaci. Manca solo una normativa, sia nazionale che europea, che tuteli il marchio Parmigiano vietando la vendita del prodotto sotto i costi di produzione.
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