Per chi crede che il marketing non abbia più nulla da dire e che la comunicazione pubblicitaria abbia raggiunto i suoi massimi livelli, sarà interessante scoprire come l’ultima tendenza in fatto di advertising non sia chissà quale trovata futuristica, ma una più semplice rivalutazione del cibo quale mezzo, strumento, gancio per promuovere, far conoscere, esaltare un prodotto o servizio, che nulla ha a che fare con la gastronomia… almeno all’apparenza.
Se è vero che il cibo fin dalla concepimento di un essere vivente è il mezzo principale per relazionarsi con il mondo esterno, perché ignorarne le potenzialità, non tentare di andare oltre la sua funzione primaria e non cogliere il senso di queste relazioni?
Da sempre il cibo è considerato un elemento di importanza vitale, oltre che espressione delle diverse civiltà e collante nelle relazioni interpersonali.
Forse non ci è mai capitato di pensare a quanto il cibo possa dividere le persone se diventa simbolo di diversità, (religiose, culturali o semplicemente gastronomiche) o quanto possa unire laddove diventa momento di condivisione o di accettazione dell’altro.
Ci hanno invece pensato i marketers più illuminati, che ne hanno compreso le potenzialità comunicative trasformandolo in un veicolo pubblicitario dalle infinite possibilità.
Ad oggi sono diverse le aziende che fanno del cibo il centro della propria attività proponendolo come efficace veicolo di messaggi pubblicitari.
Un esempio?
- Quadò, azienda di servizi specializzata nella fornitura alle aziende alimentari di ricette della cucina italiana ed internazionale, studiate ed appositamente realizzate per adattarsi alle richieste dei clienti e dare valore aggiunto al messaggio promozionale.
Esemplare l’idea di un ricettario dedicato al tema “Happy hour”, che Quadò ha realizzato ad hoc per promuovere la nuova linea di coltelli Carat, per l’azienda Fiskars, all’interno di un punto vendita. In occasione della presentazione della nuova linea, sono state proposte le ricette ai convenuti che sono poi stati omaggiati del ricettario in questione. Ecco che quindi il messaggio pubblicitario non si risolve più nella sola descrizione delle caratteristiche e dei punti di forza del prodotto, ma diventa un vero e proprio momento evocativo dove il cibo cattura l’attenzione del cliente facendo leva sui fattori sensoriali.
E’ proprio il caso di dire “prendere il cliente per la gola”!
Per concludere è innegabile quindi che il cibo sia l’ultima frontiera del marketing e in un periodo di crisi economica dove il settore alimentare, assieme a pochi altri, non avverte cali, perché non cominciare a pensare che un piatto bello e buono non possa dare forza ed efficacia alla pubblicità del futuro?