Adderal, Ritalin, Ampamet nomi sconosciuti per molti, aiuti irrinunciabili per tanti altri. Farmaci per combattere la sindrome da deficit di attenzione e iperattività che in America vengono assunti come acqua fresca per combattere non solo patologie certificate, ma per aumentare la propria resistenza fisica e rendere di più, immolandosi al mito dell’efficienza a tutti i costi.
Il concetto di “salute” si è modificato più volte negli ultimi decenni. Negli anni 80 coincideva con l’assenza di malattie, quindi si assumevano sostanze per curarsi; negli anni 90 è cominciato a guardare alla prevenzione; attualmente lo star bene implica uno stato di benessere non solo fisico, ma anche mentale.
A questo si aggiunge che la nostra epoca è indiscutibilmente quella dell’eccellenza, della perfezione. Una società popolata da donne che non invecchiano mai, manager che non fanno un giorno di ferie, figli che eccellono sui loro amichetti, impiegati brillanti e dalle capacità manageriali. Il tutto condito da un eccesso di stimoli informativi che richiedono la capacità del “multitasking” cerebrale, ossia svolgere tante azioni contemporanemate e senza interferenze.
Ci si chiede come sia possibile che esistano certe macchine umane, così impeccabili e incrollabili? Le soluzioni sono due e sono state studiate: o si crolla dopo un periodo massimo di tempo trascorso a ritmi allucinanti, o ci si aiuta con pillole nate per curare patologie cliniche, ma più spesso usate per tenere sveglio il cervello, inibire la fame e la stanchezza e quindi aumentare il rendimento fisico di chi le assume.
Recenti sondaggi e ricerche condotte in America dimostrano a chiari numeri che gran parte dei giovani usano ed abusano di queste sostanze, considerandole un normale complemento alle loro attività giornaliere.
Lo scorso Aprile, la rivista scientifica Nature ha pubblicato i risultati di un sondaggio on line in cui si chiedeva ai lettori se facevano comunemente utilizzo di sostanze psicotrope per acuire attenzione, concentrazione o memoria. I risultati parlano chiaro: un lettore su cinque ha risposto affermativamente.
Il dato, assolutamente preoccupante, è suffragato da numerose altre ricerche e interviste che attestano con certezza che gran parte dei giovani satunitensi assumono stimolanti a scopi non medici per migliorare le loro prestazioni nello studio, sul lavoro, nello sport, per lo sballo del fine settimana, ignorando le conseguenze e la possibilità di assuefazione.
Il diffondersi delle “smart drugs” o droghe intelligenti è ormai assodato. In Italia fortunatamente il livello di allerta non è ancora così alto. Da decenni è consuetudine fare utilizzo di integratori sportivi quali complemento della dieta di sportivi soliti compiere grandi sforzi fisici, ma ultimamente sta crescendo anche nei nostri confini il mito della “Neuro società”, dove gli scienziati si applicano allo studio approfondito del cervello e delle sue possibilità e chiaramente sviluppano la produzione di neurostimolatori.
I segnali che provengono dall’America sono piuttosto preoccupanti perchè sottintendono una dichiarata apertura verso l’assunzione facile di nootropi, giustificata dalla mania per la perfezione e l’efficienza, ormai imperanti nel nostro secolo. Ma attenzione. Le conseguenze di un abuso di queste pillole non sono per niente chiare, lo scopriremo con certezza solo fra qualche anno, quando gli ineccepibili studenti di Harward cominceranno ad invecchiare e appariranno chiaramente gli effetti permanenti delle pillole sul loro cervello.
In attesa che le leggi nazionali ed internazionali mettano dei paletti alla diffusione sconsiderata delle smart drugs, possiamo azionare quella parte del cervello di cui la natura ci ha fornito per riconoscere che queste pillole tanto amate, in realtà non servono per accrescere le nostre potenzialità cerebrali, sviluppare un ingegno maggiore, superare i nostri limiti congeniti, ma semplicemente per rimanere svegli qualche ora in più, pensare meno ai nostri problemi e trascurare i segnali di un fisico a cui, per dare il meglio, basta una tazza di caffè, una buona dormita, un’alimentazione sana e poco altro.
Tag: integratori sport
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