Costano più gli imballaggi e le confezioni alimentari che i prodotti contenuti. E’ questo l’esito di un’indagine presentata da Coldiretti in occasione del Forum Internazionale “Economia dei Rifiuti”, tenutosi ad Ischia lo scorso fine settimana, indagine che riporta alla ribalta la questione del come risparmiare facendo la spesa e del come ridurre il problema dello smaltimento dei rifiuti.
Oltre la metà del costo della nostra spesa è dovuto a barattoli, confezioni, lattine, bottiglie, brick e via dicendo, cioè il famoso packaging tanto caro al marketing perché capace di condizionare enormemente le scelte del consumatore al momento dell’acquisto.
Il contenuto vero e proprio, che dovrebbe essere l’oggetto primo della nostra necessità di spesa, in realtà incide sul costo finale solo in minima parte (25% per la passata di pomodoro in bottiglia, 20% per i succhi di frutta in brick e 10% per il latte in confezione di plastica).
Sono questi i dati presentati da Coldiretti al Forum Internazionale “Economia dei Rifiuti”, dove si è dibattuto principalmente delle difficoltà legate allo smaltimento dei rifiuti, poi della necessità di scovare nuove strade per evitare che questo problema diventi per tutti un’emergenza, e vada ad incidere sempre più sulla questione ambientale.
Il settore agroalimentare è il maggiore responsabile della produzione di imballaggi che, utili solo ed esclusivamente a scopo promozionale, finiscono subito tra i rifiuti, coprendone il 40% del contenuto. A questo si aggiunge che la grande quantità di imballaggi comporta un aumento di peso durante i trasporti, con conseguenti aumenti del consumo di carburante e di emissioni nocive nell’aria.
Un costo enorme quindi sia per le tasche dei consumatori, sia per l’ambiente. Un prezo da pagare che, nel quotidiano pesa sull’economia delle famiglie creando un problema prettamente economico, ma che, a lungo termine, peserà in maniera irrimediabile sull’ecosistema con danni di più ampia portata.
E’ necessario che quindi vengano intraprese iniziative su più fronti, per tutelare maggiormente i consumatori e l’ambiente. In attesa che a livello legislativo venga promossa qualche iniziativa per arginare la produzione sconsiderata di inutili imballaggi, è necessario che la collettività prenda sempre più coscienza del problema e che le singole famiglie comincino, nel loro piccolo, ad agire indifesa dell’ambiente, oltre che delle loro tasche.
Come? Ricorrendo alla raccolta indifferenziata, che rimane un’attività fondamentale, ma anche in maniera preventiva, evitando di acquistare confezioni inutili. Già da tempo sono diffusi i distributori di latte crudo di provenienza delle stalle del luogo e cominciano a diffondersi i supermercati dove prodotti come la pasta, il riso, i detersivi, vengono distribuiti tramite dispenser in contenitori di proprietà dell’acquirente. Altra buona idea è quella di fare acquisti di ortaggi, uova, frutta o carne direttamente nelle fattorie e nella campagne, dove molti agricoltori si prestano alla vendita diretta certificando il loro prodotti.
Dall’analisi della situazione emerge che, allo stato attuale, il problema del caro spesa e dello smaltimento rifiuti sta diventando una piaga sociale. E’ necessario quindi che il consumatore ricopra un ruolo sempre più attivo e consapevole al momento dell’acquisto, riconoscendo come sia fondamentale ridurre il numero degli imballaggi ed imparando come difendere l’ambiente e come risparmiare facendo la spesa.