Il capitale costituto dai propri contatti o clienti è sempre un grande patrimonio intangibile dell’azienda moderna. Lo si può capitalizzare al meglio progettando ad hoc, azioni di co-marketing e co-business, partendo da un dato che nella sua semplicità rischia di sfuggire: il packaging dei vostri prodotti, soprattutto se presente in grande distribuzione, viene a contatto con migliaia e in qualche caso milioni di consumatori ogni anno.
Sulla base di questa premessa, il packaging è un media che può veicolare messaggi, stimoli, comunicazioni anche di aziende partners. Pizza e farine,piadina e marmellata, latte e biscotti, salumi e formaggi, salse e crostini… per quanto diversi prodotti diversi possono avere tanto in comune.
Intendiamoci: non voglio invitare nessuno a creare l’ennesimo “new media” da proporre nel mercato asfittico degli spazi pubblicitari, ma la consapevolezza che i propri prodotti sono un media è un buon ponte di partenza per costruire scenari relazionali con aziende non concorrenti,con le quali si possono condividere per esempio costi promozionali.
Inoltre, se il packaging è un media che viene direttamente a contatto con clienti che lo consumano e consumatori che lo guardano o ne leggono l’etichetta, allora sono attivabili le più affilate logiche di marketing relazionale:
- Azioni “member get member” e “client get client” per moltiplicare la base clienti partendo dallo sfruttamento scientifico dei clienti attuali.
- Interventi per favorire il cross-selling e il cross target fra prodotti e imprese non concorrenziali
- Meccaniche promozionali/concorsi a premio per la max capitalizzazione del reciproco patrimonio di clienti e contatti attraverso azioni sinergiche mirate misurabili commercialmente nel medio periodo.
Pizza e farine, piadina e marmellata, latte e biscotti, salumi e formaggi, salse e crostini…. tutti prodotti merceologicamente molto diversi posizionati in scaffali e reparti molto lontani fra loro eppure possono giovarsi reciprocamente gli uni degli altri.
Questa volta le case histories raccolte in redazione volgono all’ottimismo. Giocare in sinergia conviene e può rendere più performante il proprio investimento in comunicazione perché a parità di budget,si ottiene la visibilità data dai packaging del prodotto partner e viceversa.
Nb molti progetti di co-marketing, almeno molti di quelli che ho avuto modo di vedere personalmente, vivono su carta sostenuti da grandi premesse ma poi non trovano applicabilità pratica e non arrivano al consumatore.
Secondo lei perché accade? Cosa ne pensa ?