Presto la fabbrica creativa degli slogan che pubblicizzano cibi arricchiti e vitaminizzati sarà regolamentata da una nuova legge europea che metterà un argine ai proclami esageratamente salutisti non supportati dalla giusta corrispondenza su quanto compare in etichetta.
Lo dimostrano recenti ricerche: gli alimenti arricchiti sono particolarmente amati dagli italiani che, al momento dell’acquisto cedono sempre più volentieri di fronte ai prodotti pubblicizzati come ricchi di sostanze aggiuntive che migliorano la salute e le performance fisiche.
Dati provenienti dall’Associazione Altroconsumo testimoniano che:
- Il mercato mondiale degli alimenti arricchiti vale circa 45 miliardi di euro, pari a circa il 5% del fatturato generato dall’industria agroalimentare mondiale.
- I principali mercati di questi prodotti sono gli Usa con 17 miliardi di euro, l’Europa con 5 miliardi, l’Asia-Pacifico con 23 miliardi.
- Per quanto riguarda l’Italia, una ricerca Nomisma- Demetra aggiornata a fine 2007 rivela che il 30% delle famiglia italiane consuma alimenti arricchiti con preferenza per: yogurt (soprattutto probiotici), succhi di frutta, latte, pane e cereali.
- I consumatori italiani sono sempre attratti dai prodotti in grado di ottimizzare le performance fisiche e ridurre il rischio di malattie.
Questi dati dimostrano chiaramente come i cibi arricchiti rimangono una grande attrattiva e, malgrado il costo superiore rispetto ai corrispettivi non arricchiti, il consumatore tende a prediligerli e a giudicarli efficaci; anche se nell’ultimo periodo si è riscontrata qualche nota di scetticismo sulla veridicità dei messaggi promozionali.
Proprio per questi motivi è attesa la prossima pubblicazione della nuova legge europea che regolamenterà in maniera precisa la promozione di tali prodotti. Le attuali linee guida del Ministero della Salute in materia sono ancora piuttosto “fumose” e a discrezione del produttore.
Per questo c’è molta attesa per il Regolamento (CE)1924/ 2006 (che verrà ultimato gennaio 2010) e soprattutto per la pubblicazione dell’elenco definitivo dei claims accettati per avere un’indicazione univoca del dosaggio da utilizzare.
Con l’entrata in vigore di questa direttiva europea verranno definiti i limiti di integrazione per cui si possa fare un’affermazione nutrizionale o salutistica in etichetta.
Ma i cibi arricchiti sono davvero così importanti per la nostra dieta e la nostra salute?
La dottoressa Laura Rossi, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, sostiene che, per quanto riguarda le alimentazioni occidentali, non esiste alcuno studio che abbia portato alla luce alcuna carenza vitaminica o minerale.
L’unica accertata e documentata in Italia è la carenza di iodio. In generale la nostra alimentazione è già buona: il consumo di frutta e verdura è più alto che in molti altri Paesi d’Europa e casomai il problema è che mangiamo troppo, soprattutto carne e cereali.