Dopo cinque anni di primato produttivo di buon vino, nel 2009 l’Italia lascia la palla alla Francia. I nostri storici rivali hanno ottenuto più du 45,7 milioni di ettolitri, con una crescita del 9% sull’anno prima.
Gli italiani, invece, si sono dovuti accontentare di 45,5 milioni, con un meno 3 %. Secondo l’Oiv, questi due stati europei rappresentano il 35% della produzione mondiale. Ma le novità sono alte.
La prima riguarda l’entrata in vigore dell’Ocm vino, varata con il regolamento 479/08 e attiva dalla seconda metà del 2009. E’ scomparsa, poi, la dizione di vino da tavola, sostituita dal nome del vitigno, in questo modo può avere l’onore dell’etichetta. Ma il vero cambiamento sta nell’intera impalcatura Ocm, ovvero la denominazione di origine:
da controllata (Docg, Doc) a protetta (Dop, Igp). Tutto ciò sorretto da una serie di finanziamenti che hanno portato all’Italia una dote di 238 milioni nel solo 2009, mentre altri 298 milioni sono in arrivo per il 2010. Un’azione importante vista la crisi in atto, che di certo non ha risparmiato il mercato vinicolo. In questo senso, il calo si è tradotto in una forte diminuzione dell’Export e della domanda in generale. Gli stesso italiani hanno orientato i loro acquisti verso prodotti meno costosi.