Si chiama “Imbrocchiamola” il progetto promosso da Legambiente e Altreconomia per promuovere l’utilizzo consapevole di acqua del rubinetto piuttosto che quello di acqua minerale, al fine di evitare sprechi di energia e risorse, diminuire la produzione di rifiuti plastici, abbattere le emissioni di anidride carbonica causate dai trasporti delle bottiglie tramite i camion
Si sa, con il caldo aumentano i consumi di acqua e regolarmente si ripropone il quesito: “meglio l’acqua del rubinetto o l’acqua minerale”? A questo punto dilagano i pareri discordanti di chi, documenti alla mano, sostiene la maggior dignità dell’una o dell’altra.
Una cosa è certa: che da statistiche recenti un italiano su tre non si fida dell’acqua che esce dal rubinetto di casa, complice la bravura dei marketers che si occupano delle campagne promozionali delle minerali e che negli ultimi anni sono riusciti ad infondere nell’opinione comune che le caratteristiche organolettiche delle acque minerali siano indubbiamente migliori di quelle delle acque di casa.
Proprio per sfatare questo mito Legambiente, in collaborazione con Altreconomia, ha promosso un progetto particolarissimo per riportare gli italiani ad apprezzare l’acqua del rubinetto, sia a casa che nei luoghi di ristoro.
E non a caso sono oltre 1.500 i ristoranti hanno aderito alla campagna “Imbrocchiamola” proponendo nel menù l’acqua del rubinetto. Bere acqua del rubinetto, secondo la campagna “Imbrocchiamola”, è una scelta ecosostenibile e che non comporta rischi perché quest’ultima sarebbe sicura tanto quanto le acque minerali.
A queste finalità se ne aggiunge un’ultima non meno importante: fare in modo che i dati sulla qualità delle acque di rubinetto vengano sistematicamente resi pubblici così da garantire ai cittadini maggiore tranquillità e spingere le amministrazioni pubbliche a fare in modo che venga garantita l’assoluta sicurezza delle acque immesse nella rete idrica.
Va infatti ricordato che le acque del rubinetto:
- sono prelevate in giornata e controllate 1 volta al mese, differenza delle acque in bottiglia che sono certificate ogni 3/4 anni;
- hanno un costo ridottissimo: 0,60 Euro ogni 1.000 litri perché non devono sostenere costi promozionali;
- hanno caratteristiche chimiche equiparabili alle normali acque oligominerali.
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